Vicolo
Buio – 18.00
La zona è circondata da
un certo numero di agenti in divisa che stendono il nastro bicolore
per delimitare la scena del crimine. Un'ambulanza poco distante
attende che il coroner dia il suo ok allo spostamento del corpo. La
CSI sta effettuando con pazienza i suoi rilevamenti. Nonostante il
fatto si sia svolto in uno dei punti più difficili di Miami,
sembrano essere particolarmente minuziosi, attenti.
Certo, capita spesso da
quelle parti che ci siano crimini, anche efferati, ma che la CSI di
Miami si impegni così tanto, è alquanto singolare.
Foto, raccolta di
campioni, esame preliminare del corpo per stabilirne la morte in
termini temporali: niente viene lasciato al caso. Nel contempo la
Crime Squad sta procedendo alla raccolta delle testimonianze, anche
se gli unici testimoni sembrano essere alcuni homeless, quei pochi
che sono rimasti, dato che i più si sono defilati già da tempo.
Un'auto senza insegne si
ferma appena fuori dal cerchio di vetture creato dalle auto della
polizia dai lampeggianti accesi e ne escono due giovani donne,
dall'aspetto piuttosto avvenente. Vestono in maniera abbastanza
casual, come se fossero state a fare shopping sino a pochi minuti
prima.
Beh, considerando quel
paio di borse depositate sul sedile posteriore, forse un po' di
shopping l'hanno fatto. Ma camminano con passo fermo, le lunghe gambe
a calcare la breve folla che si assiepa lungo i nastri bicolore tesi
a tenere alla larga tutti.
Tutti, ma non loro due.
Al primo agente che prova a fermarle, una delle due estrae un
distintivo e lo guarda con la classica aria del tipo “solo perché
sono una donna pensi che non potrei esser qui? O andare dove devo
andare?”. L'espressione dell'agente si corruga, le guarda e poi
alza il nastro per agevolare la loro avanzata.
La seconda lo ringrazia,
ma entrambe non si fermano per più di un istante e avanzano verso il
punto in cui la CSI sta portando avanti i suoi rilievi. Un agente di
una certa età va verso di loro e le saluta.
Santo cielo...
addirittura gli Angeli.
La prima delle due, la
più formosa delle due, lo saluta con un sorriso e indica quello che
ha tentato di fermarle.
Patricia: Ciao Benjiamin.
Novellino?
Benjiamin: Sì, Pat. Il
ragazzo è al suo primo turno alla Crime Squad. Porta pazienza. Deve
prendere il giro.
Patricia: Avevo
immaginato. Cosa abbiamo qui?
Benjiamin si gira verso
il corpo ancora riverso in una posizione innaturale.
Benjiamin: Un pestaggio,
Pat. Sembra uno dei soliti. Stiamo cercando di raccogliere qualche
informazione da quei barboni, gli unici testimoni. Ma poca roba, e
poco credibile. Tutto nella norma.
L'altra ragazza, più
esile di Patricia, ma altrettanto determinata, passa oltre i due e si
dirige verso il corpo.
Patricia: Reika?
Reika: Non è un
pestaggio come gli altri. O almeno non come tutti gli altri.
Avvicinatasi alla tecnica
della CSI che sta facendo le foto, controlla il corpo senza toccarlo.
Reika: Come siamo messi,
Annie?
Annie: Male. Nel senso
che queste foto non mi faranno dormire stanotte. L'hanno ridotto a
brandelli.
Reika: A mani nude?
Annie si alza in piedi,
Reika la segue e le resta molto, molto vicino. La ragazza con la
macchina fotografica abbassa gli occhi e resta per un attimo
silenziosa. Poi risolleva i suoi occhi castani ad incrociare quelli
di Reika, quasi ipnotici.
Annie: Non ho visto segni
di arma da taglio, né da fuoco. Nemmeno da impatto, credo. Forse
alcuni traumi sono da contatto con superfici qui intorno, ma devo
ancora averne riscontro. Quindi... sì, direi a mani nude.
Reika: Grazie Annie.
Attenderemo il referto autoptico. Non ti disturbiamo oltre.
Annie: Grazie a te, Rei.
E se posso...
Reika: Dimmi.
Annie (a bassa voce):
Prendetelo al più presto... mi fa paura.
La mano di Reika si
solleva ad appggiarsi alla spalla della minuta tecnica di laboratorio
e lancia una occhiata alla collega. Patricia coglie il cenno di
assenso di Reika.
Patricia: Benjiamin, chi
è il testimone migliore che abbiamo?
Benjiamin: Beh, veramente
non abbiamo l'imbarazzo della scelta.
Patricia: Allora?
Benjiamin indica una
donna homeless seduta su un marciapiede, con una infermiera che
sembra tenerla tranquilla, ricoperta del telo tecnico utilizzato per
mantenere stabile la temperatura corporea. Sta bevendo qualcosa da un
bicchiere di plastica. Reika e Patricia si avvicinano a lei,
accompagnati da Benjiamin.
Benjiamin: si chiama
Claire, stiamo cercando di risalire al resto dei dati. Ma a cavarle
fuori qualcosa di coerente (scuote la testa).
Patricia (rivolta
all'infermiera): Può parlare? E' ferita?
Infermiera: Oh, no. Solo
un profondo stato di shock. Da quel poco che ha farfugliato, la
vittima l'ha aggredita, prima di essere ucciso.
Benjiamin: Forse un
barbone ha preso l'iniziativa e ha deciso di fargliela pagare?
Patricia scuote la testa,
guardando per un attimo il corpo raggomitolato come un sacco vuoto.
Patricia: Conosco homeless
reduci dalle guerre moderne, ma nessuno, nemmeno i più psicotici
arrivano a un tale grado di violenza.
Reika nel frattempo si è
seduta accanto a Claire, che si volta a guardarla e prima che la
poliziotta possa dire qualcosa, le parla.
Claire guarda Reika con
sguardo folle e mormora
Claire: Era il Buio.
Reika: Chi era il Buio?
Claire: Era il Silenzio!
Reika: Chi era il
Silenzio?
Claire: LUI!
L'infermiera aiuta Claire
a bere un altro po' di liquido, una miscela di acqua, sali e Valium e
scuote la testa, ma Reika ha bisogno di sapere.
Reika: Stai parlando
dell'uomo che ha ucciso l'altro?
Claire annuisce,
spalancando gli occhi.
Claire: Uscito dal Buio!
Non ha detto una parola! Lui è il Silenzio!
Reika annuisce e allunga
una mano ad accarezzare il volto di Claire e annuisce.
Reika: Calma, Claire.
Vedrai, non tornerà più. Ora ti lascio con la signorina che ti
aiuta, ok?
L'infermiera si china
sulla barbona, mentre Reika si alza da terra, spolverandosi i jeans
e guardando Patricia e Benjiamin
Benjiamin: Che vi dicevo?
Niente.
Reika: Più di quanto
potessimo sapere. E più di quanto sapessimo sino ad oggi.
Patricia: Già. Finora
non avevamo mai avuto un testimone.
Benjiamin: Ma di cosa
state parlando?
Reika: Benji, meno sai,
per ora... meglio è.
Benjiamin: Beh? Ehi, non
sono un novellino.
Patricia: Pensi che
saremmo venute qui per una cosa simile?
Benjiamin: Uh... beh...
insomma Pat... eddai...
Patricia: Benji, credimi.
E' una cosa troppo grossa per essere condivisa con tutti, per ora.
Benjiamin, ventanni di
onorato servizio, si gratta la testa e lancia una occhiata al corpo
che viene caricato sulla barella per essere inviato alla Morgue.
Inspira a fondo: gli Angeli di Jasper non sarebbero arrivate per una
cosa da niente. Proprio no. Scuote la testa.
Benjiamin: Va bene, va
bene, ho capito.
Reika: No, non hai
capito. Nel rapporto... pestaggio tra bande rivali. Chiaro?
Benjiamin: Mi stai
chiedendo di scrivere una fregnaccia simile?
Patricia: Un
suggerimento.
Benjiamin: Seeee... ho
già capito, vah!
Reika(sorride): Grazie
Benji. Davvero, credimi... è meglio così.
Le due poliziotte tornano
a dirigersi verso l'auto, superando nuovamente il nastro bicolore.
Una volta in auto,
Patricia al posto di guida e Reika al posto del passeggero, per
qualche istante restano a fissare la scena.
Patricia: E' lui.
Reika: Dobbiamo dire a
Jasper che abbiamo un pericolo in città.
Patricia: Un Serial
Killer?
Reika: Peggio. Le vittime
non sono collegate tra loro. L'unico filo che le unisce è il modo in
cui sono morte. Non si tratta di un semplice pestaggio a morte.
Questo assassino, o assassina, non si limita a uccidere. Distrugge
letteralmente il corpo della vittima, quasi lo volesse annichilire.
Ma non lo brucia, per esempio: vuole che resti una traccia. Quindi
lascia un messaggio.
Patricia: Insomma, un bel
casino.
Reika: Non mi stupirei se
fosse anche qui a guardare.
Patricia guarda i
presenti, quelli che si appressano al nastro bicolore, i curiosi.
Patricia: Tu dici?
Reika: Dobbiamo farci
dare le foto poi e inserirle nel sistema di riconoscimento facciale e
iniziare i controlli incrociati.
Patricia: Riprendiamo
anche le foto dei casi scorsi. Magari troviamo corrispondenze.
Reika: Buona idea. E ora
andiamo a dare la pessima notizia al Capo.
Patricia: Maledizione...
La ragazza mette in moto
l'auto e si avvia verso il comando della MDPD.
…
…
…
Chi sono quelle due
agenti in borghese, così carine?
Mi sono guardato lo
spettacolo, come un voyeur di terz'ordine. Ma a volte è divertente
degradare.
Fino all'arrivo di quelle,
due tutto nella norma, solita noia.
Mi bagno le labbra con la
lingua e ne sento il gusto sapido.
Devo smetterla di
prendere queste patatine fritte. Alla fine mi faranno male, lo so.
E devo scoprire chi sono
quelle due.
Magari vado a trovarle,
anche.
Va bene, spettacolo
finito.
Andiamo.
§§§
DISCLAIMER DELL'AUTORE
La presente fanfiction è liberamente
ispirata all'ambientazione di gioco online Shadow of Miami.
I
personaggi citati nella fanfiction sono liberamente interpretati da
parte dell'Autore in base alle note scritte sulle sezioni Storia e
Affetti riportate nelle rispettive Schede del Personaggio.
Gli
eventi descritti nella fanfiction non hanno alcuna attinenza con il
gioco ON attualmente in corso nè avranno effetti di alcun genere nella
medesima misura.
Tale fanfiction è da considerarsi come un puro omaggio alla land, a coloro che la amministrano e a coloro che la giocano.